mercoledì 12 febbraio 2014

ECCO UN NUOVO RACCONTO ROSSINIANO: Il viaggio a Reims


Madama Cortese aveva radunato tutti gli ospiti nei locali de “Il Giglio d’oro”, a Plombières. Non era quello il loro primo incontro ma era necessario rivedersi tutti assieme, prima di scendere a Reims per la nomina del Gran Sommelier. E Madama Cortese voleva dare le ultime disposizioni sul caso. Accanto a lui c’era don Prudenzio, il dottore, sempre solerte nella distribuzione delle dosi.
“Veloci con le colazioni, c’è poco tempo!” – aveva rimbrottato l’anziano medico, indicando i cucchiai.
“Ma i miei bagagli? Dove sono??” – aveva esclamato con angoscia la Contessa di Folleville, una delle ospiti.
“Signora mia cara, prenderà altre valigie… su, su, veloci!”.
“Eh, no! Io parto solo con i miei bagagli perché lì ho tutti i miei abiti migliori! E anche il mio cappellino!”
“Contessa, la prego, non insista. Abbiamo poco tempo…” – aveva ripreso più docilmente don Prudenzio.
La giovane aristocratica allora esplose in un grido acutissimo che tagliò l’aria come un fendente celeste. “Iiihh…”.
“No, contessa, la prego! Darò subito ordine di recuperare tutto, vedrà che partirà con i suoi abiti!” – era subito accorsa Madama Cortese per cercare di contenere la reazione della donna.
“Io non parto se la contessa non recupera subito il cappellino”. Era stato il turno, questa volta, del Barone di Trombonok. La sua esclamazione era rimbombata per tutta la sala, rinforzata dalla postura indispettita, a braccia conserte, assunta dall’ufficiale tedesco.
“Ecco, ci mancava solo questa.” – replicò don Prudenzio, sollevando gli occhi al cielo.
“Ma no, Barone, stia tranquillo, risolveremo presto tutto!” – s’era precipitata Madama Cortese, più per consolare se stessa che gli altri. Ma non aveva fatto in tempo a pronunciare tali parole, che la caduta inerme del corpo della contessa risuonò lungo le assi della terrazza.
“Aahh!” – gridò Madama Cortese.
“Aaahhh!!” – gridò più isterico don Profondo, appena sopraggiunto sulla scena.
“Sali di ammonio!” – gridò questa volta don Prudenzio, non meno enfatico degli altri.
Giunsero anche don Alvaro e il conte di Libenskof, entrambi a braccetto della marchesa di Melibea. Di cui entrambi innamorati.
“È terribile!” – esordì il primo, tirando dalla sua parte la dama, vedova ambita di un generale polacco.
“Vergognoso!” – ribatté il conte, tirando a sua volta la damigella.
“Inaudito!” – rinforzò la marchesa, liberandosi con uno strattone dagli artigli dei due famelici pretendenti. Non s’era compreso se si riferisse allo svenimento della contessa o alla stretta marcatura di cui era suo malgrado vittima.
“Cara…” – irruppe improvvisamente Corinna, l’operatrice sanitaria, accosciandosi per rianimare l’ormai eterea contessa di Folleville.
“Cara…” – le si era rivolto lord Sidney, all’inseguimento di Corinna e anch’egli improvvisamente precipitato sulla scena. Più probabile che la sua premura fosse rivolta a Corinna, di cui era infatuato da tempo, che alla graziosa parigina, ormai da qualche minuto esanime al suolo.
“Dia a me!” – fu il gesto energico con cui don Prudenzio strappò di mano allo svampito lord il bel mazzo di rose profumate con cui dava la caccia alla sfuggente Corinna, come un novello apollo. Il medico pose le corolle sul viso della contessa, generando così un lento quanto istrionico risveglio di sensi nella leggiadra aristocratica.
Ma ecco Zefirino, corriere del Giglio, ansimante: “Non ci sono più posti per Reims!”
“No!” – “Aiuto!” – “Che disgrazia” – “Non riusciremo mai a…” – “È finita!” – fu l’ultimo commento perentorio.
“Signori, amici, andremo allora a Parigi, ospiti della mia taverna. E lì stapperemo una bottiglia del Sauvignon di mio marito!”
“Evviva!” – fu il plauso collettivo di approvazione. E grande festa si celebrò tra gli ospiti. E anche don Prudenzio mise da parte lo scetticismo e alzò in su il calice. Rigorosamente riempito ad aranciata, come prevedeva il regolamento della casa di accoglienza degli alcolisti anonimi del Giglio d’Oro.

(Libera interpretazione e rifacimento del soggetto dell’omonima opera rossiniana).


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